Si forma prima all’Istituto Professionale Tornabuoni di Firenze, con un diploma in moda con la costumista Anna Anni, e poi in pittura all’Accademia di belle arti di Firenze, con una tesi in cinema su Visconti. Ha tra i suoi insegnanti il pittore Silvio Loffredo e Adriano Sofri.
In Sandra Tomboloni opera e biografia spesso coincidono e si sovrappongono: si ammala presto di anoressia, malattia con la quale convive. Sarà un materiale come il pongo a caratterizzare il suo percorso artistico, materia attraverso la quale, dopo le prima tele informali – in cui la figura era assente e quasi annientata – la figurazione prende progressivamente corpo. Il pongo è materia e colore, allo stesso momento, e trasmette tutto il senso di fragilità e precarietà caratteristici dell’opera dell’artista.
Poco dopo il diploma all’Accademia, Sandra passa anche un periodo vivendo fuori di casa, per strada, provando sulla propria pelle il senso di marginalità e precarietà che si riflettono nella sua opera. Oggetti rotti e abbandonati, ridati a nuova vita, diventano presto protagonisti delle sue installazioni.
Oltre alle opere in pongo, materia con cui ricopre oggetti, totem e pannelli, creando anche grandi bassorilievi, l’artista ha una vasta produzione di disegni, oltre a una produzione di sculture in ceramica e una sperimentazione di sculture in cera e fusioni in bronzo. Colleghi e amici dell’Accademia, come l’artista Antonio Catelani, sottopongono presto all’attenzione di critici e galleristi il lavoro di Sandra Tomboloni e alla metà degli anni Novanta inizia a lavorare con gallerie come Gentili e Frittelli di Firenze, Baronian di Bruxelles e Lo Studio la Città di Verona, e poi agli inizi del Duemila con la galleria Biagiotti di Firenze.
Dal 2013 inizia la collaborazione con la galleria Vannucci di Pistoia che nel 2020 presenta una mostra personale dell’artista fiorentina. Nel 1995 è tra i protagonisti di Aperto Italia ‘95 a cura di Francesco Bonami e Emanuela De Cecco, al Trevi Flash Art Museum. Le sue opere sono state esposte in spazi pubblici come il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, che possiede alcune opere nella sua collezione, al Palazzo delle Papesse di Siena, alla GAM di Bologna, al Museo degli Innocenti di Firenze, e all’Hudson Valley MOCA di Peekskill (New York), dove ha presentato una mostra personale a seguito di una residenza. Le sue opere sono rimaste nella collezione della famiglia Straus fondatrice del Centro alla porte di New York. Nel 2018 esce una pubblicazione Sandra Tomboloni – La Bad Girl italiana, a cura di Stefania Gori, edita da Gli Ori, che ripercorre la storia e l’opera dell’artista, dagli esordi, alle collaborazioni con Virgilio Sieni, Fabbrica Europa, fino ai progetti collettivi dell’artista con altri professionisti o associazioni di promozione sociale.
Principali mostre personali
- 2020 La fragilità degli ospiti, a cura di Serena Becagli, Galleria Vannucci, Pistoia;
- 2014 Orfani, Galleria Vannucci, Pistoia;
- 2013 Homeless#2013, Casa Rossa, Pontassieve (FI);
- 2011 Trasmigrazioni, Galleria Biagiotti, Firenze;
- 2010 Prezzemolina, a cura di Stefania Gori, La Smilea, Montale, (PT); Contrasted-Materia Instabile, Sandra Tomboloni/ Virgina Lopez, a cura di Matilde Puleo, Palazzo Comunale, Arezzo;
- 2005 Between and Underneath, Goldonetta, Firenze;
- 2004 Lost and Found, HVCCA, Peekskill, New York;
- 2000 Mostra-Laboratorio, Museo Pecci, Prato, 2000;
- 1999 Me, Io, Jeg, con Elizabeth Peyton e Lene Vearing, Salzau (Kiel), Festival di Teatro, Todi;
- 1999 Bu, Pinocchio, con Gianluigi Toccafondo, Palazzo delle Papesse, Siena;
- 1997 Generazioni/1, con Luca Caccioni e Giovanni Manfredini, Palazzina dei Giardini, Modena;
- 1997 Storia di un pulcino o due, Galleria Studio La Città, Verona;
- 1995-1995 Mostra personale, Galleria Gentili, Firenze.