mostra collettiva

paesaggi personali _Antonello Ghezzi, Sergia Avveduti, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Luca Caccioni, Fabrizio Corneli, Marco Degl’Innocenti, Lori Lako, Erika Pellicci, Sandra Tomboloni a cura di Serena Becagli

Dal 05/12/2021 AL 29/01/2022

Paesaggi personali è un paesaggio plurale in cui il personale – privato e intimo – si apre alla rivelazione e alla condivisione. Un panorama composto da singole storie, quelle degli artisti Antonello Ghezzi, Sergia Avveduti, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Luca Caccioni, Fabrizio Corneli, Marco Degl’Innocenti, Lori Lako, Erika Pellicci, Sandra Tomboloni, che si esplica in una pluralità di punti di vista e inquadrature, di riflessioni e stati d’animo. Ogni opera è un posto dove non siamo mai stati, un sentimento che non abbiamo ancora provato.

La notte del primo ottobre 2021 è caduto un meteorite tra Pistoia e Prato. Una roccia di colore nero intenso di pochi centimetri di diametro e che pesa fra i 30 e i 100 grammi ha attraversato il cielo ed è stata avvistata da ben otto telecamere. Il meteorite non è stato ancora recuperato e gli scienziati si sono appellati agli abitanti della zona, che si sono organizzati per le ricerche. Una parte di universo sconosciuta è caduta sulla Terra proprio in questo periodo, qui vicino, suscitando inevitabilmente attenzione, sogno, curiosità e interesse scientifico.

In un momento in cui siamo iper-connessi e tutto sembra a portata di mano, inscatolato e catalogato, un piccolo frammento di roccia extraterrestre ci richiama al mistero e alla distanza.

Nicolas Bourriaud nel suo recente saggio Inclusioni. Estetica del capitalocene ci ricorda la preoccupazione di Aby Warburg quando nel 1896 nel suo scritto Il rituale del serpente dice: “Il telegrafo e il telefono distruggono il cosmo. Il pensiero mitico e il pensiero simbolico, lottando per attribuire una dimensione spirituale alla relazione dell’uomo con il suo ambiente, hanno fatto dello spazio una zona di contemplazione o di pensiero, spazio che la comunicazione elettrica istantanea annienta”.

Il tema del paesaggio è un tema infinito, che ci parla dell’incontro di natura e cultura, dello stratificarsi di gesti, scelte, tradizione e innovazione. L’opera d’arte può diventare quel dispositivo trasformatore che ci fa compiere un passo indietro e che ci fa introdurre volontariamente una distanza con il mondo esterno, per vederlo e sentirlo in modo nuovo.

Un percorso tra video, sculture, installazioni, interventi site-specific, carte, disegni, fotografie, luci, proiezioni e apparizioni, in cui i termini più ricorrenti sono: stratificazione, memoria, terra,  trasparenza, architettura, cielo, origine, limite, destinazione.

La mostra Paesaggi personali osserva alcuni aspetti della rappresentazione, del sogno, della ricostruzione del paesaggio, della riflessione sul cosmo e su quello che ci sta intorno, in cui alcuni artisti – di diverse generazioni e di diversa provenienza geografica – si confrontano in una convivialità delle differenze.

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Erika Pellicci

ERIKA PELLICCI (Barga, Lucca, 1992), vive e lavora tra la Toscana e Berlino
Erika Pellicci si è dapprima laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, per poi conseguire un master in Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2020. La sua ricerca si concentra sulla relazione tra corpo e spazio, utilizzando l’esperienza performativa come testimonianza della realtà. Il mezzo principale che utilizza è la fotografia. Collegando il tempo e la vulnerabilità del presente, il suo lavoro si spinge nell’esplorazione di schemi relazionali intimi familiari, spesso legati al gioco e l’identità.

Mohsen Baghernejad Moghanjooghi

Mohsen Baghernejad Moghanjooghi (Teheran, 1988) vive e lavora a Torino, si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Torino . Prima di trasferirsi in Italia lavora come assistente architetto per cinque anni nella sua città natale. Nel 2011 arriva in Italia e comincia a lavorare come disegnatore di tessuti per uno studio tessile di Como. Partecipa a varie mostre e residenze artistiche in Italia.