mostra personale

i sette samurai_ Paolo Fabiani

Dal 13/02/2022 AL 26/03/2022

I sette samurai è la prima personale di Paolo Fabiani alla galleria Vannucci Arte: un grande progetto unitario che propone al pubblico il lavoro di un anno intero in cui l’artista si è impegnato nell’interpretazione del mondo eroico affrescato da Akira Kurosawa nel capolavoro cinematografico del 1954. La sensibilità dell’artista, con la sua speciale attrazione per l’espressività della materia, incontra qui il mondo del regista giapponese dando forma a una serie di opere che estendono, in diversi formati e tecniche, una narrazione fortemente compatta, esteticamente e linguisticamente. Lavori pittorici, sculture e una grande installazione invadono lo spazio della galleria e creano uno scenario che si muove costantemente dalla scala del paesaggio alla figurazione di stati emotivi e tensioni eroiche.

Il rapporto con il film cult non è, ovviamente, letterale né di commento ma descrive la frequentazione di uno stesso territorio poetico. Fabiani, figura di spicco di una generazione di artisti che ha segnato il paesaggio degli anni Novanta, è dotato di una fortissima specificità estetica, completamente avvinta agli strumenti, ai materiali, ai medium che utilizza. Muovendosi sul crinale tra attenzione alla tradizione e interpretazione iconoclasta, ha solitamente prediletto le iconografie della commedia dell’arte assieme a una corte picaresca di personaggi che affollano le sue opere. Con I sette samurai Fabiani si confronta con una dimensione eroica, sia per quanto riguarda i temi sia per le proporzioni di questa serie di lavori in cui torna anche la tecnica che lo ha reso noto agli esordi con I Soffi

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https://www.youtube.com/watch?v=6oTurM7gESE

Paolo Fabiani

Paolo Fabiani, (Montevarchi 1962) ha iniziato il suo itinerario artistico alla fine degli anni Ottanta dipingendo alberi e cieli con un metodoa soffio(attraverso una cannula il pneuma arriva al colore e lo indirizza, creando forme appunto simili ad alberi e cieli). La sua ricerca lo ha portato ad unire ai dipinti piccole sculture in argilla cruda, ceramica o gesso. Intorno al 1993 l’elemento tridimensionale ha preso il sopravvento e l’interesse dell’artista si è focalizzato soltanto sulla scultura.