MOSTRA COLLETTIVA

L'invenzione del corpo_Vincenzo Cabiati, Daniela De Lorenzo, Paolo Fabiani, Elena Nemkova

dal 01/12/2019 al 02/02/2020

L’invenzione del corpo si svolge come una sequenza di domande aperte sulla percezione della figura umana: cosa succede all’immagine del corpo e alle sue estensioni sensoriali quando la figurazione agisce in luogo dell’esperienza diretta? Come si trasformano le esperienze sensoriali attraverso il lavoro della memoria? Che forma acquisisce l’aspetto fisico, nostro e degli altri, quando viene visualizzato con gli occhi della mente?

Il lavoro compiuto dalla memoria, dalla sua capacità immaginativa, somiglia a quello di un cercatore senza mappa, un lavoro in cui l’atto del trovare corrisponde a un’invenzione (la cui origine latina, ‘invenire’, vuol dire, appunto, ‘trovare).

Osservato attraverso lo sguardo degli artisti, questo processo generativo aumenta le ramificazioni, moltiplica le interpretazioni e assume quasi la statura di una cosmogonia in cui il corpo finalmente trovato è fatto di argilla, di stoffa e di vetro, e si manifesta in forme inedite e vertiginosamente familiari.

L’invenzione del corpo coinvolge quattro artisti, con lavori in parte realizzati per l’occasione, in parte mai esposti in Italia, la cui poetica si muove lungo questa ricerca di restituzione, mentale e sensoriale, sperimentando la forma e il suo intorno, il materiale nella sua epifania e nella storia delle sue metamorfosi.

Biografie artisti

Vincenzo Cabiati (1954) si forma nello studio del padre Achille, pittore che dagli anni quaranta ha aderito al realismo. Alla fine degli anni Ottanta si trasferisce a Milano dove presso la galleria Giò Marconi allestisce la sua mostra personale Femminea e frequenta il gruppo autogestito di artisti di Via Lazzaro Palazzi.

Ha esposto in spazi museali, istituzioni e gallerie come AF arte contemporanea, Bologna, MASI, Lugano, Assab One, Milano, Spazio-1, Lugano, Folini Arte Contemporanea, Chiasso, Villa Pennone, Savona, Emilio Mazzoli, Modena, Galleria Continua, San Gimignano, Via Farini, Milano, FRAC – La Cittadelle Corte, Corsica, Museo Cantonale d’Arte, Lugano, Villa delle Rose, Bologna, Museo Internazionale design di ceramica, Laveno Mombello.

Daniela De Lorenzo (Firenze, 1959) dalla metà degli anni ‘80 affianca per alcuni anni le ricerche degli artisti Antonio Catelani e Carlo Guaita, con i quali instaura un rapporto di stretta condivisione nei modi di intendere la pratica artistica, insieme hanno esposto in Musei italiani e stranieri.

Dopo la partecipazione alla XLIII Biennale di Venezia, inizia un percorso di ricerca che si pone ai margini della scultura, volta ad un’analisi temporale ed identitaria orientata verso territori in cui l’apporto di discipline come la fotografia prima ed il video e la performance dopo, generano tangenze e sovrapposizioni di linguaggi che le permettono di analizzare gli aspetti mutevoli

Ha esposto i sui lavori in diverse mostre personali e collettive in spazi espositivi su territorio nazionale ed internazionale come La Gallera di Valencia , Kunstverein AllerArt di Bludenz, La Fondazione Olivetti di Roma, Museo900 a Firenze, Neue Galerie di Graz, Creative Art Center di Beijng, MART di Rovereto, MAMbo di Bologna e La Galleria Nazionale di Roma.

Nel 2012 ha vinto il Premio Terna e le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche, tra queste: Galleria d’Arte Moderna di Bologna,e Galleria Nazionale di Roma, Museo Luigi Pecci di Prato, PAC di Milano, Neue Galerie di Graz, MASI di Lugano, Centro del Carmen di Valencia e Museo degli Uffizi di Firenze.

Paolo Fabiani, (Montevarchi 1962) ha iniziato il suo itinerario artistico alla fine degli anni Ottanta dipingendo alberi e cieli con un metodo a soffio (attraverso una cannula il pneuma arriva al colore e lo indirizza, creando forme appunto simili ad alberi e cieli). La sua ricerca lo ha portato ad unire ai dipinti piccole sculture in argilla cruda, ceramica o gesso. Intorno al 1993 l’elemento tridimensionale ha preso il sopravvento e l’interesse dell’artista si è focalizzato soltanto sulla scultura.

Il suo lavoro è stato presentato, tra l’altro, alle XXXIII e XXXIV edizioni del Festival dei Due Mondi di Spoleto, alle Orestiadi di Gibellina, alla Quadriennale di Roma, al National Museum Of Contemporary Art di Seul, a Viafarini, Milano, al Museo Civico, al Palazzo delle Papesse e al Museo per Bambini, Santa Maria della Scala, a Siena, alla Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea di Roma. Ha esposto in numerose gallerie come N. 29, Ginevra, Carini, Firenze, Bagnai, Siena, Gentili, Firenze, Eva Menzio, Torino, Margiacchi, Arezzo, L’attico – Fabio Sargentini, Roma.

Dal 2016 dirige Stand Up For Africa, arte contemporanea per i diritti umani, piattaforma di arte contemporanea e diritti umani, a Pratovecchio-Stia (Arezzo).

Elena Nemkova (Dushanbe, Tajikistan) esercita una continua osservazione dell’evoluzione della scienza che si traduce in un tentativo di incontro con la sfera dell’intimità, dell’umanità e del primordiale. I suoi disegni, le sculture e le performance misurano le differenze e le possibili convergenze tra dimensioni apparentemente inassimilabili.

Tra i musei e le istituzioni in cui il suo lavoro è stato presentato si ricordano Museum für Naturkunde,`Berlino, Centro d’arte contemporanea Winzavod, Mosca, Centro Russo di Scienza e Cultura, Roma, Spiral Wacoal Art Center, Tokyo, 2° Ural Industrial Biennialle, Ekaterinburg, Serralves Museum, Porto, Permm Museum, Perm (RU), Museum of Modern Art, Mosca, MART Trento e Rovereto, San Francisco Art Institute, Palazzo Re Rebaudengo, Guarene d’Alba, Second Moscow Biennale, Mosca, Museum of New Art, Detroit, Warwick Arts Centre, Coventry (GB) · Viafarini, Milano.

Tra le mostre personali: H Gallery, Parigi, Café Internazionale Palermo, Galerie Sisso_Parigi,

KUNSTHALLE São Paul, Teatro Studio Scandicci Firenze, Rong Wrong, Amsterdam, AssabOne, Milano, Fabio Tiboni Arte Contemporanea Bologna, Buchsenhausen.lab, Innsbruck.

Si menzionano le collaborazioni con lo Stanislavsky Elektro Theater, Mosca, e con il Neuro Imaging Lab, Karolinska Institutet Stoccolma.

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Paolo Fabiani

Paolo Fabiani, (Montevarchi 1962) ha iniziato il suo itinerario artistico alla fine degli anni Ottanta dipingendo alberi e cieli con un metodoa soffio(attraverso una cannula il pneuma arriva al colore e lo indirizza, creando forme appunto simili ad alberi e cieli). La sua ricerca lo ha portato ad unire ai dipinti piccole sculture in argilla cruda, ceramica o gesso. Intorno al 1993 l’elemento tridimensionale ha preso il sopravvento e l’interesse dell’artista si è focalizzato soltanto sulla scultura.